giovedì 8 marzo 2012

Breve monologo schizofrenico

- Allora che vuoi scrivere?
-Niente un cazzo, tanto non c'è nulla da dire...
-Raccontaci un po' di te
-Pensi che sia interessante?
-No
-Allora raccontaci qualcosa degli altri
-Non sono interessanti manco loro
-Allora nulla è interessante, non hai nulla da raccontarci...
-Dovresti chiudere 'sto cazzo di blog
-Davvero?
-Lascialo morire meglio per tutti
-Ma appena l'abbiamo iniziato
-Infatti è già un fallimento
-Mi sa che non ci legge nessuno
-E 'sti cazzi? Non è questo il punto lo leggiamo noi, no? Lo leggiamo e lo scriviamo e questo...
-Se la canta e se la sona
-No, lo faccio lo scrivo e tanto se nessuno legge lo scrivo e a me mi fa bene di farlo, solo per farlo non è questo il punto?
-Per niente. Il punto è che tu scrivi se c'hai qualcosa da dire se no meglio che t'azzitti.
-Così non si va da nessuna parte...
-Il punto è che uno scrive perchè ha voglia, intanto, poi perchè sa farlo e...
-Questo è da vedere
-Che so farlo?
-Si. Insomma non è che solo perchè mo' ti pagano e che prendevi otto ai temi che sai scrivere
- E allora cos'è che sapremmo fare?
-Poca roba.
-Vabbè tu sei pessimista e lo sappiamo, ma quello che volevo dire è altro: pensi davvero che sia la tua professione?
- Si
-Perchè?
-Perchè ci guadagniamo.
-potremmo anche fare altro...
-Io c'ho un sacco di IDEEE!!!
-Frenala, ti prego, quella lì con gli entusiasmi facili, va sempre a finire che non conclude una mazza...
-C'hai ragione, è che lei fa fatica a concentrarsi, bisogna capirla.
-Guardate che lo so quel che pensate di me!
-Ah si... tipo?
-Che sei un po' zoccola?
-C'è chi lo prenderebbe come un vanto: Amor che a nulla ha dato...non mi ricordo, comunque il punto sta nel dare
-Il punto sta nel darLa
-NO NO NO, cazzo il punto sta che se non dai non ricevi
-Certo che ogni tanto la dovresti pure placare sta voglia espansiva, no? Torniamo ai momenti introspettivi. Torniamo a parlarci e capirci, santo cazzo... non lo si fa da una vita!
-Ecco... santo cazzo, hai detto bene...
-Stava cercando di fare un pensiero complesso
-No è solo ubriaca e non sa come prendere sonno...
-Tirasse fuori il vibratore e la famo finita!
-Io questa vostra semplificazione riduttiva la trovo estenuante. Lo sapete il problema qual'è... TROPPO INVESTIMENTO. é un cattivo affare imprenditoriale. Quante pippe mentali vi volete fare prima di consegnare uno stupido post di un blog al nulla della rete. Tanto nessuno leggerà, o quando leggerà sarà in disaccordo o non reagirà come avevate immaginato o sarà uno sporco pervertito eccitato dal nome di 'sto cazzo di blog!
-Speriamo...
-Così la smetti di fare gli spogliarelli su chat-roulette
-IO????!!! ma che cazzo dici???
-Abbiamo le prove
-Ma va là era un'esperimento comunicazionale. L'unico modo per capire le nuove forme di interazione interpersonale transmondiali che si sono aperte grazie al worlwideweb e che bisogna esperire in prima persona per....
-CRISTO SANTO....PLACATI !!!!!!
-Ho esagerato?
-Torniamo al vibratore...
-No, a parte l'infoiata, basta con ste pippe dei new media, i brainframes, vita simulacrale, transpsicosi virtuali...La tesi l'abbiamo scritta dieci anni fa!
-E' andata bene, no?
-SI, ma STI CAZZI!!!!!
-Questo è il mantra che le piace...
-Infoiata pure lei....
-Lo sapete che avanti così non la si finisce più...
-Per questo ci piace
-Vi odio

-Posso mettere una canzone
-è prevedibile
-molto

http://youtu.be/n2tvCqD6jgI

mercoledì 29 febbraio 2012

Condivido ergo sum

Il mantra del social network. Il dogma dell'essenza virtuale è diventato questo: shareshareshare. Dovunque, sempre e comunque. Per esserci devi condividere. Qualsiasi cosa va bene. Basta che lo fai. Condividi il malumore mattutino, condividi la colazione calorica, condividi il pranzo davanti al pc con il pc, condividi quello che vuoi fare stasera, condividi quello che non hai fatto ma che avresti voluto fare, condividi quello che avevi programmato di fare e l'imprevisto per cui poi non l'hai fatto. Condividi il tono della cacca quotidiana. Condividi, oppure crepa.
Lo so i messaggi sullo stress da condivisione sociale virtuale forzata non sono certo una novità, ma stasera m'è venuto anche a me e l'unica risposta che mi do è il mio mantra della serenità. STI CAZZI
Posso aggiornare lo status di FB a ripetizione scrivendo solo sticazzisticazzisticazzi tutti i giorni alla stessa ora per un periodo di tempo indefinito. Potrebbe essere un esperimento comunicativo interessante. Solo per vedere i commenti.



E perchè poi il vero punto del condividere 2.0 non è più la democrazia tecnocomunista del filesharing dei bei tempi. Ma è diventata una completa deriva narcisistica dello spettacolo totale, di massa. cerco di non deviare troppo sull'ala guy debord, ma il fatto del mettere in comune su FB non lo si fa per gli altri, lo si fa per sé. Quello che ci interessa non è l'atto (non è il dire qualcosa) ma la risposta. La maggior parte delle persone che usa i social network lo fa alla stessa maniera in cui il buon Narciso si affacciava sullo stagno. Con l'aggiunta che stavolta lo specchio ti parla con la moltitudine di voce dei tuoi contatti, della tua rete. è uno specchio condiviso (anche se non sempre condivisibile) Quello che ti aspetti veramente è la risposta, il commento, alla continua verifica/ricerca dell'Altro. Un altro che di solito è altrettanto evanescente che l'immagine riflessa nello stagno. Una moltitudine di presenze eteriche con cui hai l'illusione di essere in costante contatto. Che magari non conosci neanche o che magari sono totalmente illusorie. Al confronto i medium che parlano con i morti mi sembrano persone molto più sane di mente di quelli che dialogano con se stessi, convinti di parlare con altri. Tra l'altro questo mi sembra anche fomentare delle forme comunicative sempre più aggressive, provocatorie (non che la provocazione non mi faccia simpatia), polemiche. Questo poi ha l'effetto di sminuire il livello reale della provocazione (la gente si scandalizza per cose sempre più ridicole, il tabù ormai è solo un gioco da tavolo, nessuno si diverte più a infrangere i tabù)
Non vorrei far credere che con questo discorso che sono di quelle che dicono che la rete fa schifo, ci ha spersonalizzati, ci ha resi schiavi delle macchine etc... Lo sapevo già prima della primavera araba che la rete permette che succedano delle cose. Quello che mi ha fatto pensare la primavera araba è che un movimento politico rivoluzionario è stato assorbito alla velocità della luce dal mondo mediatico come fenomeno mediatico, trasformato in una campagna promozionale dei social network. La rete parla della rete. Il medium era il messaggio. Adesso il messaggio sono i media. In questo vedo la dinamica narcisistica di riflesso. Non importa più il messaggio reale (politico, sociale). Importa l'elemento condiviso. Anche se non ho nulla in comune con la mia coetanea egiziana in piazza Tahrir, condividiamo. Ma cosa condividiamo veramente? Nulla a parte una tastiera e uno schermo.
è lo sviluppo di una nuova coscienza collettiva modulata sul modello rizomatico?
è l'inizio della dittatura delle macchine e finiremo tutti a vivere di sogni ridotti a pile immaginifiche?
STI CAZZI
STI CAZZI
STI CAZZI

giovedì 19 gennaio 2012

IL RE NERO

Finalmente su TETTEMUTANTI  mi occupo del mio argomento preferito, che si può intuire dal nome del blog, ovvero fantascienza. E ammetto che mi fa ancora più piacere farlo per la prima volta parlando di SF italiana. In questo caso si tratta di un romanzo, vincitore del premio Urania 2010, “Il re nero” di Maico Morellini. Da lettrice l’ho divorato e mi ha appassionato come storia, ma soprattutto mi ha entusiasmato lo scenario e l’ambientazione. Il mondo del Re Nero è la provincia emiliana, federata in una mega città-stato indipendente, basata su una tecnologia all’avanguardia e su una rigida compartimentazione sociale: Polis Aemilia è in realtà un covo di vizi e malaffari. Protagonista è Riccardo Mieli investigatore privato che deve risolvere un caso di omicidio con risvolti politici che toccano gli alti funzionari della polis. Mieli cammina sulla cristalleria, ma è presentato sin da subito come un “sopravvissuto”, un genio del suo campo rivalutato perché fondamentale nella risoluzione di una grossa crisi interna alla polis, avvenuta tempo prima: la crisi dei Dissonanti. I Dissonanti sono esseri mutati geneticamente, con un sistema biologico ricombinante, in realtà cavie umane, manipolate nei laboratori del vero centro del potere occulto della polis: il Policlinico. I Dissonanti dopo la crisi sono stati tutti eliminati e i pochi sopravvissuti rinchiusi, ma dietro di loro hanno lasciato talmente tanto sangue e morte che nella Polis non possono più nemmeno essere nominati. Ora l’alfiere dei Dissonanti, il Re Nero è tornato e ha un unico obbiettivo: sconvolgere di nuovo la vita della Polis.
L’elemento più interessante del romanzo è la visione del potere scientifico (soprattutto medico) come strumento di oppressione sia a livello collettivo che individuale. I Corpi medici immaginati da Morellini hanno dimenticato il giuramento di Ippocrate da un bel pezzo, per diventare una struttura poliziesca di repressione, che controlla la vita dei cittadini, mantenendo il dominio sulla salute (o sanità, che diventa chiaramente un concetto relativo). Rovesciando il paradigma (italiota) del buon dottore, il Re Nero mette in scena una bioscienza spregiudicata votata a una deriva entropia di autodistruzione. Il conflitto costante fra controllo e anarchia, unito all’ambiguità morale del protagonista (e del suo doppio, il Re Nero) in bilico costante fra bene collettivo vs. bene individuale, rendono il romanzo un ottimo noir fantascientifico. Il libro risente di una leggera incertezza (più che perdonabile per un primo romanzo) e si lascia andare a momenti troppo scontati nei meccanismi di genere (soprattutto in certi passaggi di detection con alcuni dialoghi superficiali e didascalici) e ripetizioni nella complessa messa in scena dello scenario fanta-politico. Purtroppo sul finale l’impressione è che l’autore abbia risolto l’intreccio in maniera troppo veloce, con un effetto di incompiutezza che lascia al lettore la vogia di un sequel (e questo è buono) anche se l’autore ha dichiarato di essere al lavoro su tutt’altro. Sarebbe un peccato: credo che i Dissonanti e Mieli avrebbero ancora molto da offrire, ci sono decisamente tutti gli elementi per una saga.